La Legge per la Salute riproduttiva nelle Filippine aiuta le donne a risolvere i loro problemi? Is R
Di Ana Brusola Buendia
(traduzione di Luciano Seller) Nel mese di dicembre 2012, l'ex Presidente Benigno Aquino ha firmato la legge sulla paternità responsabile e la salute riproduttiva o Reproductive Health Law, che consente ai centri di salute pubblica di diffondere i contraccettivi e di insegnare educazione sessuale nelle scuole. I sostenitori della legge dicono che rallenterà la crescita della popolazione e ridurrà le morti delle partorienti. "Reproductive Health Law non è la soluzione a problemi di salute delle donne" ha dichiarato l'associazione femminile Gabriela durante la Giornata internazionale di Azione per la salute delle donne nel 2013. "La legge per la salute riproduttiva approvata essenzialmente pone la salute delle donne in balia di prodotti farmaceutici e delle imprese di assistenza sanitaria."
Rispondere alle esigenze di salute delle donne non significa solo insegnare la pianificazione familiare e la distribuzione di contraccettivi. La salute delle donne povere è messa in pericolo principalmente dall'abbandono dell'impegno del governo per la salute delle persone attraverso la privatizzazione dei servizi sanitari pubblici, i tagli di bilancio in materia di salute e la generale mancanza di accesso alle cure sanitarie universali. La legge è stata contestata anche dalla Chiesa cattolica come incostituzionale. Nella sua forma originale, la legge avrebbe anche consentito l'accesso dei minori al controllo delle nascite, senza il consenso dei genitori, e sanzioni per i responsabili dell'assistenza sanitaria che si fossero rifiutati di fornire informazioni sui contraccettivi, sulla base del credo religioso. Difendendo la posizione della chiesa contro i contraccettivi l'Arcivescovo Oscar Cruz, dice che la Chiesa non ha mai predicato la paternità irresponsabile.
“L'insegnamento della Chiesa dice che i genitori possono avere solo i bambini di cui possono permettersi di prendersi cura, ma attraverso la pianificazione familiare naturale, non attraverso i contraccettivi", ha detto. Nel frattempo, Amnesty International sostiene che l'ostilità di lunga data per la contraccezione nelle Filippine ha contribuito alla morte di 4.500 donne per complicazioni della gravidanza, a 800.000 nascite indesiderate e a 475.000 aborti clandestini ogni anno. Il Presidente Rodrigo Duterte ha rafforzato l'impegno del suo governo per la salute riproduttiva il 10 gennaio 2017, con l'emissione dell'ordine esecutivo n. 12, per intensificare ed accelerare l'attuazione delle azioni necessarie a raggiungere e mantenere bisogni insoddisfatti pari a zero per la moderna pianificazione familiare per tutte le famiglie povere entro il 2018 ... nel contesto della legge per la salute riproduttiva . Questa azione è un punto luminoso nella attuazione dei diritti umani al contrario dell'orrenda ed abusiva" guerra alla droga " del governo.
Nel gennaio del 2016, sotto la spinta di elementi della Chiesa cattolica, i legislatori conservatori surrettiziamente hanno ridotto di 1 miliardo di pesos (20 milioni di dollari) il bilancio di 2,2 miliardi di pesos (44 milioni di $) per "la salute della famiglia e la genitorialità responsabile" garantito dal Responsable Parenthood and Reproductive Health Act (RPRH) del 2012. Questo ha impedito ai filippini a basso reddito, in particolare alle donne, l'accesso a prodotti contraccettivi forniti dal governo. Il Fondo delle Nazioni Unite ha criticato il taglio come una minaccia per "il diritto umano fondamentale alla salute, nonché per il diritto alla scelta in materia di procreazione." Il taglio di bilancio ha anche inferto un duro colpo agli sforzi per contenere l'epidemia di HIV nelle Filippine. In un rapporto del dicembre 2016, Human Rights Watch ha denunciato i tagli come una delle politiche di governo che minacciano di peggiorare epidemia di HIV nel paese tra gli uomini che hanno rapporti sessuali omosessuali, alimentata soprattutto dalla mancanza di accesso ai preservativi. Le cliniche governative , spesso la fonte principale o unica di preservativi per molti filippini, "rischiano di esaurire le loro forniture di preservativi nei primi mesi del 2017." Spetta ora al governo, in particolare al Dipartimento della Salute, garantire che le agenzie competenti eroghino i fondi di bilancio stanziati come previsto. I milioni di donne filippine e di famiglie che sono stati privati di servizi tanto necessari per la salute riproduttiva a causa della opposizione religiosa e conservatrice hanno sofferto abbastanza a lungo.
GABRIELA (un'alleanza di donne filippine) continua a chiedere una sanità completa per le donne, non il controllo della popolazione. Le persone soffrono per la povertà, non sono loro che la causano. Il mezzo per affrontare la povertà è quello di affrontare la mancanza di terra, la mancanza di industrie, i bassi salari, i prezzi alti, i servizi scarsi. La popolazione è la risorsa della nazione. Bisogna smettere di incolpare i poveri e le donne. Bisogna combattere per per le donne!
Testo originale in inglese
Di Ana Brusola Buendia
In December 2012, former Pres. Benigno Aquino signed the Responsible Parenthood and Reproductive health Act or RH Law allowing public health centers to hand contraceptives and to teach sex eduction in schools. Advocates of the law say it will slow population growth and reduce maternal deaths. “Reproductive Health Law is not solution to women’s health problems” Gabriela’s declaration during the International Women’s Day of Action for Women’s Health in 2013. “The reproductive health law passed is essentially merely a women’s health to the mercy of pharmaceuticals and health care businesses.” Responding to women’s health means more than just teaching family planning and distributing contraceptives. Poor women’s health stems mainly from the abandonment of government responsibility in people’s health through privatization of public health services and budget cuts in health and general lack of access to universal health care. The law was also challenged by the Catholic church as being unconstitutional. In its original form, the law would have also allowed minors access to birth control without parental consent, and imposed penalties on health care providers who refused to provide information about contraceptives on the basis of religious belief. Defending the church's position against contraceptives Archbishop Oscar Cruz says the church has never preached irresponsible parenthood. "It is in church teaching and in church law that the parents may only have the children they can afford to take care of, but through natural family planning, not through contraceptives," he said. Meanwhile, Amnesty International claims the long-standing hostility to modern contraception in the Philippines has contributed to 4,500 women dying from pregnancy complications, 800,000 unintended births and 475,000 illegal abortions each year. President Rodrigo Duterte reinforced his government’s commitment to reproductive health on January 10, 2017, with the issuance of Executive Order 12, entitled “Attaining and Sustaining Zero Unmet Need for Modern Family Planning Services through the Strict Implementation of the Responsible Parenthood and Reproductive Health Act, Providing Funds Therefore and for Other Purposes,” to “intensify and accelerate the implementation of critical actions necessary to attain and sustain ‘zero unmet needs for modern family planning’ for all poor households by 2018…within the context of the [reproductive health] law.” This action is a bright spot in the administration’s otherwise horrendous human rights record via its abusive “war on drugs.” In January 2016, at the urging of elements of the Catholic Church, conservative lawmakers surreptitiously cut by 1 billion pesos (US$20 million) the 2.2 billion peso ($44 million) budget for “family health and responsible parenting” guaranteed under the Responsible Parenthood and Reproductive Health Act (RPRH) of 2012. That deprived low-income Filipinos, particularly women, access to government-supplied contraceptive products. The United Nations Population Fund criticized the cut as a threat to “the basic human right to health as well as the right to reproductive choices.” The budget cut also dealt a blow to efforts to contain the Philippines worsening HIV epidemic. In a December 2016 report, Human Rights Watch decried the cuts as one of several government policies threatening to worsen the country’s HIV epidemic among men who have sex with men, fueled mainly by lack of access to condoms. Government clinics – often the main or only source of condoms for many Filipinos “are likely to exhaust their condom supplies in early 2017.” The onus is now on the government, particularly the Department of Health, to ensure that relevant agencies disburse the allocated budgetary funds as intended. The millions of Filipino women and families who have been deprived of much-needed reproductive health services because of religious and conservative opposition have suffered long enough. The GABRIELA (an alliance of Filipino women) and its chapters overseas continue to call and stand for a comprehensive health care for women, not population control. The people are suffering from poverty, they are not the ones causing it. To address poverty is to address landlessness, lack of industries, low wages, high prices, poor services. The population is the nation’s resource. Stop blaming the poor and the women. Fight For Comprehensive Health Care For Women!