La lotta per i diritti delle persone nelle Filippine contro l'imperialismo Gli Usa e le prospett
di Luis G. Jalandoni, Negoziatore capo del Fronte democratico nazionale delle Filippine
Questo è l'intervento di Luis G. Jalandoni alla conferenza sui diritti umani nelle Filippine, tenutasi a Davao nel luglio 2016. Allora il processo di pace con il governo Duterte sembrava meno difficile. Successivamente, nell'ottobre 2016, si è tenuto a Roma un terzo incontro per i negoziati di pace, cui è seguita però una rottura delle trattative da parte di Duterte. Poi le trattative sono riprese ed è in programma un quarto incontro.
Ho eliminato poche righe dell'intervento di difficile comprensione per il lettore italiano. Le si può ritrovare nel testo in inglese.
Desidero congratularmi e salutare gli organizzatori di questa conferenza sui diritti delle Filippine: la Coalizione Internazionale per i diritti umani nelle Filippine (ICHRP), Karapatan (Alleanza per l'avanzamento dei diritti del popolo), la voce per i diritti umani e per la pace (EcuVoice) e iniziative per la pace a Mindanao (InPeace).
Il popolo filippino, come gli altri popoli in lotta, ha una lunga storia di resistenza contro gli oppressori e sfruttatori stranieri e nazionali. I filippini fecero più di 200 rivolte durante più di tre secoli di dominio coloniale spagnolo. La rivolta di Dagohoy nell'isola di Bohol, durò 85 anni dal 1744 al 1829.
Queste numerose rivolte sono alla base della potente tradizione rivoluzionaria del popolo filippino. Le forze rivoluzionarie filippine hanno lanciato una lotta armata per l'indipendenza contro la Spagna nel 1896. Nel 1898 avevano sconfitto le forze coloniali spagnole in tutto il paese. Hanno proclamato la Repubblica delle Filippine nel mese di Giugno 1898, la prima repubblica in Asia. Le truppe rimanenti della Spagna sono state circondate dalle forze rivoluzionarie filippine a Intramuros a Manila.
Gli Stati Uniti, tuttavia, dopo essere entrati in guerra contro la Spagna nel 1898 per impadronirsi delle sue colonie, decisero di invadere le Filippine. Gli Stati Uniti hanno firmato il Trattato di Parigi il 10 Dic 1898 in cui la Spagna cedette le Filippine agli Stati Uniti per un importo di 20 milioni di US $. Le Forze Usa erano arrivate a Manila fingendo di proteggere le forze filippine ma poi il presidente degli USA McKinley dichiarò l'annessione agli Stati Uniti di tutte le Filippine.
Iniziò la guerra di aggressione contro il popolo filippino. Di fronte a una eroica resistenza a livello nazionale, le truppe degli Stati Uniti, che inizialmente erano formate da 40.000 uomini, raggiunsero 126.000 uomini, e perpetrarono tutti i possibili crimini di guerra, come poi fecero in Vietnam: esecuzioni extragiudiziali, "cura dell'acqua", altre forme di tortura e massacri diffusi.
Il primo e più grave crimine di guerra commesso dall'imperialismo USA contro il popolo filippino è stata la guerra di aggressione dal 1899 fino al 1913. Il risultato è stato la perdita di 1,5 milioni di filippini, su una popolazione totale di sette milioni.
Per quanto riguarda il popolo Moro, una minoranza etnica delle Filippine di religione mussulmana, nell'isola di Mindanao, gli Stati Uniti prima finsero di riconoscere il diritto del popolo Moro all'autodeterminazione ma poi occuparono il suo territorio. Quando il popolo Moro si oppose alla dominazione USA le truppe statunitensi effettuarono massacri su larga scala. Il massacro Bud Dajo del 1906 è stato vigorosamente denunciato da Mark Twain. Fino a ottocento uomini, donne e bambini Moro furono massacrati senza pietà.
Negli anni 1920 e 1930, le rivolte dei movimenti Sakdalista e Colorum contro il governo degli Stati Uniti sono state violentemente represse, causando decine di morti.
Nel 1942, in fuga dagli invasori giapponesi, le forze Usa hanno lasciato le Filippine. Al loro ritorno, nel 1945, hanno effettuato bombardamenti diffusi su Manila per garantire la sicurezza delle truppe americane che stavano per entrare in città. Manila è diventata la seconda città più distrutta nella seconda guerra mondiale, dopo Dresda in Germania. L'esercito del popolo, organizzato dal Partito Comunista delle Filippine, aveva ottenuto limitati successi contro il dominio giapponese, ma quando le forze statunitensi ritornarono nel 1945, esso fu sottoposto a massacri da parte delle truppe americane.
Dopo aver concesso l'indipendenza nominale nel 1946, gli Stati Uniti hanno mantenuto il controllo dell'economia, della politica, della cultura e e della struttura militare delle Filippine. Hanno costruito basi militari in vaste aree del paese, utilizzando queste come piattaforme di lancio di aggressioni contro il Vietnam e altri paesi.
Continuando la lotta dei lavoratori sotto il Partito Comunista delle Filippine (CPP) del 1930, i giovani rivoluzionari proletari il 26 dicembre 1968 ricostituirono il CPP che si rifà al marxismo, al leninismo e al pensiero di Mao Tse-tung. Tre mesi dopo, il 29 Marzo 1969, il ricostituito CPP diede vita al Nuovo Esercito del Popolo (NPA).
Finora, le forze rivoluzionarie guidate dal CPP hanno costruito organi di potere di massa in 71 province su un totale 81. Il governo democratico del popolo svolge programmi per la riforma agraria, la salute, l'educazione rivoluzionaria, l'alfabetizzazione, la cultura, la giustizia rivoluzionaria e l' auto-difesa.
Forte opposizione all'imperialismo degli Stati Uniti è anche svolta dal movimento rivoluzionario di massa nelle campagne e nelle aree urbane. Questo va di pari passo con la lotta armata nella guerra popolare. Così si è ottenuto il rovesciamento del dittatore odiato Ferdinando Marcos nel 1986 e del regime corrotto di Estrada nel 2001.
Lotte diffuse contro l'imperialismo da parte di contadini, lavoratori, donne, giovani, popolazioni indigene e altri settori sono continuate e sono cresciute. La legge mineraria del 1995, l'accordo Visiting Forces tra il Governo delle Filippine e gli Stati Uniti nel 1999, e l’accordo di cooperazione per la la Difesa (EDCA) con gli Stati Uniti del 2014 sono stati condannati e combattuti.
Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) nel 1980, ispirandosi alla Dichiarazione di Algeri del 1976, ha dichiarato il Fronte Nazionale Democratico delle Filippine (NDFP) legittimo rappresentante del popolo filippino e ha denunciato l'imperialismo degli Stati Uniti e la dittatura di Marcos per i crimini contro il popolo filippino.
Una successiva riunione del Tribunale Permante dei Popoli nelle Filippine nel 2007 ha dichiarato che l'imperialismo degli Stati Uniti e il regime Arroyo sono colpevoli di crimini contro il popolo filippino.
Due risoluzioni del Parlamento europeo nel 1997 e nel 1999 hanno sostenuto i negoziati di pace fra il NDFP e il governo di Manila.
Il movimento rivoluzionario cerca la solidarietà internazionale e allo stesso modo offre la sua solidarietà ad altri popoli in lotta per la liberazione nazionale e sociale, e contribuisce alla costruzione di un potente movimento antimperialista e socialista in tutto il mondo.
PROSPETTIVE dei negoziati di pace con il governo Duterte
Si chiede al Presidente Duterte l'immediato rilascio di tutti i 21 consulenti protetti da un salvacondotto per consentire loro di partecipare ai negoziati di pace.
Si chiede anche l'immediato rilascio dei prigionieri malati, anziani, troppo a lungo detenuti e le donne.
Il resto degli oltre 500 prigionieri politici deve essere rilasciato attraverso una amnistia Generale proclamata dal presidente Duterte, con il concorso della maggioranza delle due Camere del Congresso.
Le speranze di successo per i negoziati di pace sono aumentate con l'offerta del Presidente Duterte al Partito Comunista Filippino e al Fronte Nazionale Democratico delle Filippine di quattro posti nel suo governo, vale a dire, Dipartimento della riforma agraria, Dipartimento of Social Welfare e dello Sviluppo, Dipartimento del Lavoro e occupazione e Dipartimento dell'Ambiente e risorse naturali.
Finora, il leader contadino veterano, Rafael Mariano, è stato nominato Segretario della Riforma Agraria e il leader attivista e accademico, Judy Taguiwalo è stato nominato Segretario per il benessere sociale e lo
sviluppo. Sottosegretario del Lavoro è stato nominato il leader operaio Joel Maglunsod e l'attivista, Liza Maza, è stata nominata capo della Commissione nazionale contro la povertà.
Noi negoziatori del Fronte Nazionale Democratico delle filippine abbiamouna posizione di ottimismo vigile, il che significa che siamo aperti a sviluppare l'alleanza e cooperazione con il governo Duterte, tenendo in considerazione che egli ha annunciato un programma economico che favorisce le politiche neoliberiste cui ci opponiamo. Notiamo che ha intorno a sé molte grandi imprese e militari che non sarebbero d'accordo con le riforme socio-economiche per una vera riforma agraria e l'industrializzazione nazionale, che noi sosteniamo. Vediamo anche che gli Stati Uniti e questi funzionari e il personale militare saranno contro la nostra richiesta di abrogazione dei trattati ineguali come l'accordo Visiting Forces (VFA) riguardante la situazione dei militari americani nelle Filippine, che non rispondono alla giustizia delle Filippine dei reati commessi, e l’accordo EDCA sulla presenza di basi americane nelle Filippine. Vediamo che il rafforzamento delle nostre organizzazioni di massa è di vitale importanza per garantire che abbiamo la forza di massa necessaria in un'alleanza con il governo Duterte per raggiungere l'unità nazionale e una pace giusta. La pace giusta deve essere basata sull'affrontare adeguatamente le cause alla radice del conflitto armato. E, naturalmente, non ci può essere alcuna illusione sulla possibilità che NPA (il Nuovo Esercito del Popolo) rinunci ai suoi uomini armati. NPA e le altre forze rivoluzionarie devono rafforzare costantemente se stessi e rimanere vigili. In termini di accelerazione dei negoziati di pace, vediamo che forgiare un accordo di riforme sociali ed economiche sarà una grande sfida. Così pure, occorrerà forgiare un accordo sulle riforme politiche. Noi intendiamo anche trattare sulle necessarie riforme sociali, economiche e costituzionali.
Il governo reale norvegese sta dando a tutto campo supporto per lo svolgimento della ripresa dei negoziati di pace e altre necessità.
Ancora una volta vediamo la situazione attuale come una immensa sfida e opportunità. Vediamo la necessità di fare in modo di rafforzare le nostre organizzazioni di massa nelle campagne e nelle aree urbane, di rafforzare l'esercito delnostro popolo, e di mantenere sempre la nostra vigilanza, mentre coraggiosamente cogliamo le opportunità per far avanzare la lotta del popolo per una pace giusta e duratura, per la liberazionesociale e nazionale.
testo originale in inglese
The Struggle for People's Rights in the Philippines against US Imperialism
and the Prospects of the Peace Negotiations with the Duterte Government
by Luis G. Jalandoni
Chairperson, Negotiating Panel
National Democratic Front of the Philippines
Dear Friends and Kababayan,
First, I wish to greet the Special Guests: President Rodrigo Roa Duterte, President of the Republic of the Philippines, and Mayor Sara Duterte, Mayor of Davao City.
I also wish to congratulate and greet the organizers of this Confernce on People's Rights in the Philippines: the International Coalition for Human Rights in the Philippines (ICHRP), Karapatan (Alliance for the Advancement of People's Rights), Ecumenical Voice for Human Rights and Peace (EcuVoice) and Initiatives for Peace in Mindanao (InPeace).
The Filipino people, like other struggling peoples, has a long history of resistance against foreign and domestic oppressors and exploiters. The Filipinos waged more than 200 revolts of varying scale during more than three centuries of Spanish colonial rule. An outstanding revolt, the Dagohoy rebellion, lasted for 85 years in the island of Bohol, from 1744 to 1829.
These numerous revolts accumulated into a powerful revolutionary tradition of the Filipino people.
The Filipino revolutionary forces launched an armed struggle for independence against Spain in 1896. By 1898 they had defeated the Spanish colonial forces all over the country. They proclaimed the Philippine Republic in June 1898, the first in Asia. Spain's remaining troops were encircled by the Filipino revolutionary forces in Intramuros in Manila.
The US, however, after provoking its war against a declining Spain in 1898, coveting Spain's colonies, decided to annex the Philippines. The US signed the Treaty of Paris on December 10, 1898 whereby Spain ceded the Philippines to the US for the amount of US$20 million.
US forces had arrived in Manila, pretending to protect the Filipino forces, but instead started pushing them away. In a secret meeting at the Belgian Consulate, Spain and the US agreed to hold a mock battle, whereby Spain would surrender to the US.
US President McKinley then declared the US annexation of the entire Philippines.
On February 4, 1899, the US provoked a military encounter with Filipino troops. This was just before the US Senate vote to ratify the contested Paris Treaty. Imperialists used this to win sympathy for the Treaty which was approved by the US Senate by a vote of 57 to 27 – only one vote more than the two-thirds majority required.
This provoked encounter started the war of aggression against the Filipino people.
In the face of an heroic nationwide resistance, the US troops, starting with 40,000 and later raised to 126,000, perpetrated all kinds of war crimes which would later be carried out also in Vietnam: extrajudicial killings, “water cure” and other forms of torture, hamletting (then called reconcentrations), and widespread massacres.
The first and most grievous war crime committed by US imperialism against the Filipino people was its war of aggression from 1899 until 1913. It resulted in the loss of 1.5 million Filipinos out of a total population of seven million.
In Mindanao, the US first pretended to recognize the Moro people's right to self-determination. But then it established the Moro Province and oppressed the Moros by imposing the cedula (residence certificate) tax. When the Moro people resisted US domination, US troops carried out large-scale massacres such as the Bud Dajo and Bud Bagsak mass killings. The Bud Dajo massacre of 1906 was vigorously denounced by Mark Twain. Up to eight hundred Moro men, women and children were mercilessly slaughtered.
In the 1920s and 1930s, the Sakdalista and Colorum uprisings against US rule were violently suppressed, resulting in scores of deaths. These short-lived uprisings called for independence and land rights for peasants. They denounced military abuses.
In 1942, fleeing from Japanese invaders, the US forces left the Philippines. Upon their return in 1945, they carried out widespread bombings of Manila to ensure the safety of US troops about to enter the city. Manila became the second worst destroyed city in World War II, just next to Dresden in Germany.
The people's army against the Japanese, organized by the Communist Party of the Philippines, achieved limited gains under Japanese rule, but when US forces returned in 1945, they were subjected to massacres by US troops.
After Nominal Independence in 1946
After granting nominal independence in 1946, the US retained control of the economy, politics, culture and military of the Philippines. It built military bases in huge areas of the country, using these as launching pads of aggression against Vietnam and other countries.
Continuing the struggle of the workers under the Communist Party of the Philippines (CPP) in the 1930s, the young proletarian revolutionaries in the 1960s reestablished the CPP on December 26, 1968 under the guidance of Marxism, Leninism and Mao-Tsetung Thought. Three months later, on March 29, 1969, the reestablished CPP founded the New People's Army (NPA).
The Strongest Opposition to US Imperialism
The strongest opposition to US imperialism is built on the ground by the armed revolutionary movement. It is a resistance firmly based on the revolutionary mass movement. Thus far, the revolutionary forces led by the CPP have built organs of political power and mass organizations in 71 out of a total 81 provnces. These comprise the people's democratic government that carries out programs of land reform, health, education consisting of revolutionary education, literacy and numeracy, culture, revolutionary justice, and self-defense. The revolutionary forces are resolutely committed to pursue their people's war and raise it to higher levels.
Strong opposition to US imperialism is also carried out by the revolutionary mass movement in the countryside and in the urban areas. This goes hand in hand with armed struggle in People's War. It has achieved the overthrow of the hated dictator Ferdinand Marcos in 1986 and the corrupt regime of Estrada in 1981.
Widespread struggles of peasants, workers, women, youth, indigenous people and other sectors have persisted and grown in opposing imperialism. The Mining Act of 1995, the Visiting Forces Agreement of 1999, and the Enhance Defense Cooperation Agreement (EDCA) with the US of 2014 have been condemned and opposed.
The struggle for human rights and the parliamentary struggle of progressive parliamentarians are part of the struggle against imperialism and local oppressors and exploiters. Numerous legal organizations and patriotic individuals are continuously engaged in opposing US imperialism and local exploiters and oppressors, the landlords and comprador big bourgeoisie.
Furthermore, the Permanent Peoples' Tribunal (PPT) of 1980, inspired by the Algiers Declaration of 1976, declared the National Democratic Front of the Philippines (NDFP) as the legitimate representative of the Filipino people and denounced US imperialism and the Marcos dictatorship for crimes against the Filipino people. It also declared the armed struggle of the Filipino people as having the status of belligerency, requiring the application of International Humanitarian Law. A subsequent PPT on the Philippines in 2007 declaredUS imperialism and the Arroyo regime guilty of crimes against the Filipino people.
Two resolutions of the European Parliament in 1997 and 1999 supported the peace negotiations of the NDFP and the Manila government.
The international solidarity for the Filipino people's struggle against imperialism and for national and social liberation forms an integral and significant part of the Filipino people's struggle for people's rights.The revolutionary movement seeks international solidarity and likewise offers its solidarity to other peoples struggling for national and social liberation, and contributes to building a powerful world-wide anti-imperialist and socialist movement.
PROSPECTS OF PEACE NEGOTIATIONS WITH THE DUTERTE GOVERNMENT
Expectations are high that peace negotiations with the newly-elected Duterte government will be fruitful in terms of benefit for the Filipino people. These have been rendered stronger after the preliminary peace talks held in Oslo, Norway last June 14-15. The Joint Statement signed by both delegations declared that formal peace negotiations will be held in the Third Week of July. It further stated that the GRP team would recommend to the President Duterte the immediate release of all NDFP consultants and JASIG-protected persons. This refers to 21 persons covered by the safety and immunity guarantees of the Joint Agreement on Safety and Immunity Guarantees (JASIG) of 1995. These releases are aimed at enabling these JASIG protected persons to participate in the peace negotiations.
The GRP team also will recommend the immediate release of political prisoners for humanitarian reasons. This refers to the prisoners who are sick, elderly, overly long detained, and women.
The rest of the over 500 political prisoners are to be released through a General Amnesty Proclamation by President Duterte, with the concurrence of the majority of both Houses of Congress.
Both negotiating panels, in the forthcoming resumption of formal talks, will also take up the accelerated negotiations on social and economic reforms, political and constitutional reforms, and end of hostilities and disposition of forces.
They will also take up the mode of ceasefire.
The hopes for successful peace negotiations have been buoyed up with the offer of President Duterte to the CPP and the NDFP of four cabinet posts in his government, namely, Department of Agrarian Reform, Department of Social Welfare and Development, Department of Labor and Employment, and Department of Environment and Natural Resources. So far, veteran peasant leader, Rafael Mariano, has been appointed Secretary of Agrarian Reform and activist leader and academic, Judy Taguiwalo has been named Secretary of Social Welfare and Development. Named Undersecretary of Labor is worker leader Joel Maglunsod, and woman leader and activist, Liza Maza, Head of the National Anti-Poverty Commission.
President Duterte is proud to say he was a student of CPP Founding Chairperson, Prof. Jose Maria Sison. He calls himself the first Left President and a socialist. He had a skype session with Prof. Sison on April 25, two weeks before the election. He had four long meetings with NDFP Negotiating Panel Vice-Chairperson Fidel Agcaoili.
We in the NDFP Negotiating Panel take a position of vigilant optimism, meaning we are open to developing alliance and cooperation with the Duterte government, while taking into consideration that he has announced an economic agenda that favors neoliberal policies which we oppose. We note that he has around him many big business and military individuals who would not agree with the socio-economic reforms of genuine land reform and national industrialization that we uphold. We also see that the US and these officials and military personnel will be against our demand for the abrogation of unequal treaties such as the Visiting Forces Agreement (VFA) and the Enhanced Defense Cooperaton Agreement (EDCA).
We see that the strengthening of our mass organizations is vitally important in ensuring that we have the mass strength in going into an alliance with the Duterte government to achieve national unity and a just peace. The just peace must be based on adequately addressing the root causes of the armed conflict. And, of course, there can be no question of the NPA giving up its arms. The NPA and the other revolutionary forces have to constantly strengthen themselves and remain vigilant.
In terms of acceleration of the peace negotiations, we see that forging an agreement of social and economic reforms will be a major challenge. So too, will forging an agreement on political reforms. We have declared our willingness, in helping accelerate the peace talks, to have not only the Negotiating Panels, but also the reciprocal working committees (RWCs) on social and economic reforms and the Working Groups on political and constitutional reforms and end of hostilities and disposition of forces, meeting at the same time.
At present, intense work is being carried out by the Negotiating Panels of both sides, their legal consultants and staff members, in carrying out all the requirements for the immediate release of the NDFP consultants and protected persons, so that they can participate in the peace negotiations, scheduled for this month.
The Royal Norwegian Government is giving all-out support for the holding of the resumption of the peace negotiations and other needs.
Again, we in the NDFP Negotiating Panel, see the current situation as an immense opportunity and challenge. We see the necessity of making sure we strengthen our mass organizations in the countryside and in the urban areas, strengthen our people's army, and always keep our vigilance, while boldly taking the opportunities to advance the people's struggle for a just and lasting peace, for national and social liberation. #