STATEMENT | Martial Law declaration flouts peace processes, rejects lessons of history. DICHIARAZION
Statement by Sowing the Seeds of Peace in Mindanao originally posted in Davao Today May 27 2017
Sowing the Seeds of Peace opposes the declaration of Martial Law in Mindanao. Martial Law throws out the headways in the peace processes between the Philippine government, the Moro Islamic Liberation Front, the Moro National Liberation Front, and the National Democratic Front of the Philippines.
The complexity of the Bangsamoro question has been emphasized anew with the eruption of the crisis in the Islamic City of Marawi, Lanao del Sur. The MILF had warned of the “radicalization” of Moro groups due to the Aquino government’s failure to ensure the implementation of the Comprehensive Agreement on the Bangsamoro and the passage of the Bangsamoro Basic Law.
Militaries and governments in Europe and the United States are facing the specter of terrorism because these armed groups are the Frankensteins they have unleashed in their proxy wars for oil and resources.
Imposing Martial Law is a simplistic, militaristic, and an ahistorical approach to the persistence of the Bangsamoro problem. This Martial Law engineered by the triumvirate of Defense chief Delfin Lorenzana, National Security Adviser Hermogenes Esperon, and AFP chief of staff Eduardo Ano are burning the haystack to find the needle. They purposely blur the lines between the Maute and Abu Sayaf groups from the rest of the Bangsamoro people to justify their continuing fascism in Moroland. They also put to waste the social investments of the legitimate Bangsamoro groups in the peace process.
It is simplistic because it takes away recognition of the social dimensions of the continuing oppression of the Bangsamoro and their search for genuine autonomy; it reduces it into a peace and order issue. It incites Islamophobia and anti-Moro hysteria instead of forging unity against terrorism. It is militaristic as it levels up all previous all-out war approaches since the time of President Joseph Estrada. Allowing civilians with licensed firearms to respond to perceived threats will let loose paramilitarism and vigilantism which claimed many lives in the ILAGA wars of the 1970s-80s. It is ahistorical because it fails to remember that the Bangsamoro armed resistance was fertilized by Martial Law itself as preluded by the Jabidah Massacre in 1968 and from there grew in scope and intensity.
The Marcosian Martial Law of 1972 and Martial Law circa 2017 are both founded on the military’s arrogation unto itself as the “protector of the people”. History repeats itself with this continuing delusion of the AFP. The Filipino people will never forget the fact that Marcos staged martial law through fake ambuscades and assassination attempts.
The “siege” of Marawi as a justification for Martial Law in Mindanao is no different from the Marcos-time martial law it is mimicking and which the President promises to be as “harsh.” The declaration of Martial law in Mindanao was based on flimsy grounds, as the AFP contradicts itself by its own claims. AFP chief of staff General Ano had said the actions of the 50-ish Abu Sayaf-Maute armed group was for diversion from an earlier armed raid on a terrorist leader. There was no clear invasion and rebellion, therefore, to justify this imposition as required by the Constitution.
On the peace talks with the NDFP, the imposition of Martial Law now appears to be Plan B or an override of the interim ceasefire to be tackled in the 5th round of negotiations in The Netherlands. Why else would the GRP need a ceasefire if Martial Law is already in place? Secretary Lorenzana had made it clear that Martial Law is not just after the Abu Sayaf-Maute group but is also aimed at the NPA problem. This goes against the peace talks’ rationale of addressing the roots of armed conflict.
Additionally, Martial Law puts into serious doubt the implementation of a socio-economic reform package that may be signed. Social and economic reforms, like free land distribution, simply cannot take place in an environment where an armalite rifle hovers above a farmer’s head.
We urge the President to lift this declaration. We oppose its imposition on the whole nation.
Signed.
BISHOP FELIXBERTO CALANG SR. MA. LUZ MALLO, m.a.
Main Convenor Convenor
BISHOP MELZAR LABUNTOG SR. NOEMI P. DEGALA, SMSM Convenor Convenor
BISHOP HAMUEL TEQUIS BISHOP MODESTO VILLASANTA Convenor Convenor
BISHOP REDEEMER YANEZ REV. RECTO LARA BAGUIO Convenor Convenor
traduzzione
DICHIARAZIONE | La dichiarazione della Legge Marziale infrange i processi di pace e rifiuta le lezioni della storia.
Da DAVAO TODAY
25 Maggio 2017
Dichiarazione di Sowing the Seeds of Peace (Semina dei Semi di Pace) a Mindanao.
Sowing the Seeds of Peace (Semina dei Semi di Pace) in Mindanao si oppone alla dichiarazione della legge marziale a Mindanao. La Legge Marziale azzera le prospettive dei processi di pace tra il governo filippino, il Moro Islamic Liberation Front (Moro è l'etnia filippina di religione mussulmana), il Moro National Liberation Front e il Fronte Nazionale Democratico delle Filippine.
La complessità della questione Bangsamoro (regione delle Filippine a popolazione prevalentemente mussulmana; i mussulmani costituiscono il 5% della popolazione filippina) è emersa nuovamente con l'esplosione della crisi nella Città Islamica di Marawi, Lanao del Sur.
Il Moro Islamic Liberation Front (MILF) aveva messo in guardia contro la "radicalizzazione" dei gruppi Moro (mussulmani) per il fallimento del governo Aquino nell'attuazione dell'accordo sul Bangsamoro.
I militari e i governi in Europa e negli Stati Uniti stanno affrontando lo spettro del terrorismo perché questi gruppi armati sono dei Frankensteins che loro stessi hanno scatenato nelle loro guerre per il petrolio e le altre risorse.
L'imposizione della legge marziale è un approccio semplicistico, militaristico e antistorico al problema del Bangsamoro. Questa legge marziale, costruita dal triumvirato fra il capo della difesa Delfin Lorenzana, il consigliere della sicurezza nazionale Hermogenes Esperon e il capo di stato maggiore delle Forze Armate Eduardo Ano, sta bruciando il pagliaio per trovare l'ago. Loro di proposito rendono confusi i confini tra i gruppi (terroristici) Maute e Abu Sayaf ed resto della gente di Bangsamoro per giustificare il loro continuo fascismo nel Moroland (terra dei mussulmani). Hanno anche buttato nella spazzatura l'impegno nel processo di pace dei legittimi gruppi del Bangsamoro.
È semplicistico perché allontana il riconoscimento delle dimensioni sociali della continua oppressione dei Bangsamoro e della loro ricerca di autentica autonomia. Incita all'islamofobia e all'isteria anti-Moro invece di forgiare l'unità contro il terrorismo. E' militarista in quanto incrementa tutti i precedenti livelli bellici fin dai tempi del presidente Joseph Estrada. Permettere ai civili con armi da fuoco autorizzate di rispondere alle minacce solo percepite favorirà i gruppi paramilitari che hanno distrutto molte vite nelle guerre degli ILAGA (gruppi cristiani estremisti) degli anni '70 e '80. E' antistorico perché non ricorda che la resistenza armata di Bangsamoro è stata fomentata dalla legge marziale, essa stessa introdotta dal massacro di Jabidah nel 1968 (in cui fu uccisa una sessantina di persone di etnia Moro) e da allora è cresciuta in ampiezza e intensità.
La legge marziale di Marcos del 1972 e la legge marziale del 2017 sono entrambe fondate sulla pretesa dei militari di ergersi a "protettori del popolo". La storia si ripete. Il popolo filippino non dimenticherà mai che Marcos ha organizzato la legge marziale attraverso false imboscate e tentativi di assassinio.
L'"assedio" di Marawi come giustificazione per la legge marziale a Mindanao non è diverso dalla legge marziale di Marcos che imita; anche il presidente Duterte promette di essere "duro". La dichiarazione della legge marziale a Mindanao è basata su un falso perché l'esercito si contraddice nelle proprie affermazioni. Il capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Ano, aveva detto che le azioni del gruppo armato Abu Sayaf-Maute costituivano una diversione rispetto a un precedente attacco armato contro un leader terroristico. Non c'era, quindi, chiara invasione e ribellione, per giustificare questa impostazione come richiesto dalla Costituzione.
Nei colloqui di pace con il Fronte Nazionale Democratico delle Filippine l'imposizione della Legge Marziale ora sembra essere il piano B in sostituzione del cessate il fuoco provvisorio da concordare nel quinto round dei negoziati nei Paesi Bassi. Perché altrimenti il governo filippino avrebbe bisogno di un cessate il fuoco se la legge marziale è già in vigore? Il Segretario Lorenzana aveva chiarito che la Legge Marziale non è solo contro il gruppo (terroristico) Abu Sayaf-Maute, ma è anche rivolto contro il New People Army (le formazioni armate guidate dal partito comunista che sostengono le lotte dei contadini). Ciò si oppone alla logica di un colloquio di pace che affronti le radici del conflitto armato. Inoltre, la Legge Marziale mette in grave dubbio la firma e l'attuazione di un pacchetto di riforme socioeconomiche. Le riforme sociali ed economiche, come la distribuzione della terra , non possono semplicemente avvenire in un ambiente in cui un fucile è puntato contro la testa dei contadini.
Invitiamo il Presidente a sopprimere questa dichiarazione. Ci opponiamo alla sua imposizione su tutta la nazione.
Firmato
Vescovo FELIXBERTO CALANG SR. MA. LUZ MALLO, m.a. Main Convenor Convenor
Vescovo MELZAR LABUNTOG SR. NOEMI P. DEGALA, SMSM Convenor Convenor
Vescovo HAMUEL TEQUIS Vescovo MODESTO VILLASANTA Convenor Convenor
Vescovo REDEEMER YANEZ REV. RECTO LARA BAGUIO Convenor Convenor
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