OFWs in Europe raise fear of more human rights abuses under Martial Law. Gli emigrati filippini in E
PRESS STATEMENT
Reference: Father Herbert Fadriquela, Jr. email: chairperson@migrante.eu
Originally published in Migrante Europe website https://www.migrante.eu/ofws-europe-raise-fear-human-rights-abuses-martial-law/
Migrants in Rome with Ma Jai, Global Council member ICHRP. Photo credit Migrante Europe
Migrante Europe today expressed alarm on the declaration of President Rodrigo Duterte of a 60-day Martial Law and the suspension of the writ of habeas corpus in the whole island of Mindanao, after deadly armed clashes erupted between the troops of the Armed Forces of the Philippines and the terrorist Maute group on Tuesday, 23 May 2017.
“Under military rule, the just and lasting peace we aspire for shall recede farther away,- more human rights abuses and violence would reign in our land!” decried Migrante Europe Chairperson Father Herbert Fadriquela, Jr.
Filipinos will never forget the dark ages of Marcos’ Martial Law. Church leaders, lay persons, student activists, human rights advocates and innocent civilians were subjected to numerous human rights violations, including extrajudicial killings, illegal arrests, imprisonment, forced disappearances and torture. The violations were rampant, carried out with impunity, with the perpetrators remaining unpunished to this day.
Military abuses in Southern Mindanao
According to a research by Protection Cluster, a United Nations-supported initiative of government and non-governmental groups, military offensives under the guise of anti-insurgency operations] have resulted in numerous alleged serious human rights abuses, and that military operations in the Mindanao areas are “one of the main driving factors of displacement amidst armed conflict.”
In 2016, tens of thousands of families have been displaced in Mindanao because of high levels of militarization in the area in pursuit of the AFP´s counter-insurgency operations. Women, children, and the elderly who have fled their homes and communities have been enduring very poor living conditions in makeshift evacuation camps with inadequate food, medical care, and sporadic electricity supply. Many have been sick, one child has died from dehydration.
Hence, the imposition of Martial Law in the midst of the government counter-insurgency program “Oplan Kapayapaan,” shall only aggravate the already critical condition of human rights in Mindanao.
Since President Duterte came into power in July 2016, KARAPATAN has already documented 55 victims of political killings, and numerous illegal arrests and detention of human rights defenders and peace advocates, with the most recent arrest and detention on 11 May 2017 of Iglesia Filipina Independiente (Philippine Independent Church) Bishop Carlos Morales along with his wife Maria Teofifina Morales, driver Sadome Dalid, and NDFP Peace Consultant Rommel Salinas at a military checkpoint in the village of Gango in Ozamis City.
Salinas was later identified as a rebel leader and consultant of the National Democratic Front of the Philippines (NDFP) in the ongoing peace negotiations with the Duterte government. He was arrested on trumped up charges of destructive arson, murder, frustrated murder, attempted murder and robbery. Meanwhile, Bishop Morales has been charged with “illegal possession of firearms and ammunition.”
Migrante Europe, church organizations and global peace advocates groups condemned the unjustifiable arrest and detention of Bishop Morales and called for the unconditional release of Morales and all political prisoners.
May 28 call to “Global day of action against Martial Law in Mindanao”
The recent attack of the terrorist Maute group in Marawi City that killed and injured security forces, and held a priest and several people hostage is condemnable.
But placing Mindanao under military rule cannot be seen as a justifiable nor a proportionate action in relation to the circumstances. Putting the entire island under the authority of known human rights violators Gen. Eduardo Año and the Armed Forces of the Philippines, will only escalate more the violations and abuses against women, children, political activists, indigenous leaders, and human rights defenders.
“Migrante Europe is one with the people of Marawi and Mindanao in condemning terrorists like the Maute group and in aspiring for just and lasting peace in the entire country. We call on peace loving Filipinos, migrant organisations, friends and allies to join us in our appeal to President Duterte to withdraw his suspension of habeas corpus and lift his declaration of Martial Law in Mindanao,” concluded Father Herbert.###
Tradotto sa Luciano Seller
Gli emigrati filippini in Europa temono un aumento delle violazioni dei diritti umani sotto la legge marziale.
28/05/2017
Comunicato stampa
Riferimento: Padre Herbert Fadriquela, Jr. email:chairperson@migrante.eu
Migrante Europe (l'organizzazione che rappresenta gli emigrati filippini in Europa) ha espresso oggi allarme per la dichiarazione del presidente Rodrigo Duterte di una legge marziale di 60 giorni e la sospensione dell'atto di habeas corpus (cioè della legalità) in tutta l'isola di Mindanao, dopo gli scontri armati mortali tra le Forze Armate delle Filippine e il gruppo terroristico Maute, avvenuti martedì 23 maggio 2017.
"Sotto il comando militare, la pace giusta e duratura a cui aspiriamo si allontana, più abusi e violenze contro i diritti umani regneranno nella nostra terra", ha dichiarato il presidente di Migrante Europe, padre Herbert Fadriquela, Jr.
I filippini non dimenticheranno mai le età oscure della legge marziale di Marcos. I leaders della Chiesa, i laici, gli attivisti studenteschi, i difensori dei diritti umani e civili innocenti sono stati sottoposti a numerose violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni extragiudiziarie, arresti illegali, prigionia, sparizioni forzate e torture. Le violazioni sono state numerose, condotte con impunità, mentre i responsabili rimangono fino ad oggi impuniti.
Abusi militari nel Mindanao meridionale
Secondo una ricerca del Gruppo di Protezione, un'iniziativa del governo e di gruppi non governativi sostenuta dalle Nazioni Unite, le offensive militari motivate come operazioni anti-insurrezione hanno portato a numerose gravi violazioni dei diritti umani e le operazioni militari nel Mindanao sono "uno dei motivi principali di fuga della popolazione durante il conflitto armato".
Nel 2016, a Mindanao, decine di migliaia di famiglie sono state sfollate a causa degli alti livelli di militarizzazione nella zona per le operazioni di contro-insurrezione dell'esercito. Le donne, i bambini e gli anziani che sono fuggiti dalle loro case e dalle loro comunità hanno vissuto in condizioni di vita molto povere in campi di sfollamento improvvisati con cibo inadeguato, assistenza medica e fornitura di energia elettrica sporadiche. Molti si sono ammalati, un bambino è morto per disidratazione.
Quindi, l'imposizione della legge marziale nell'ambito del programma contro insurrezionale governativo "Oplan Kapayapaan", aggraverà solo la condizione già critica dei diritti umani a Mindanao.
Dal momento in cui il presidente Duterte si è insediato nel luglio del 2016, KARAPATAN (alleanza per i diritti umani nelle Filippine) ha già documentato 55 vittime di omicidi politici e numerosi arresti illegali e detenzione di difensori dei diritti umani e sostenitori di pace. L'arresto e la detenzione più recenti sono dell'11 maggio 2017. Sono stati arrestati ad un checkpoint militare nel villaggio di Gango in Ozamis City il vescovo della Chiesa Filippina Indipendente Carlos Morales insieme a sua moglie Maria Teofifina Morales, l'autista Sadome Dalid e il negoziatore per la pace del Fronte Nazionale Democratico delle Filippine Rommel Salinas
Salinas è stato successivamente identificato come leader ribelle e negoziatore del Fronte nazionale democratico delle Filippine (NDFP) nei negoziati di pace in corso con il governo di Duterte. E' stato arrestato con accuse di omicidio, tentato omicidio e rapina. Nel frattempo, il vescovo Morales è stato accusato di "possesso illegale di armi da fuoco e munizioni".
Migrante Europa, organizzazioni delle chiese e dei gruppi di difesa della pace hanno condannato l'ingiustificabile arresto e la detenzione del vescovo Morales e hanno chiesto la liberazione incondizionata di Morales e di tutti i prigionieri politici.
Il giorno 28 maggio è stato proclamato "Giornata globale di azione contro la legge marziale a Mindanao"
Il recente attacco del gruppo terroristico Maute a Marawi City che ha ucciso e ferito le forze di sicurezza e ha tenuto un sacerdote e molte persone in ostaggio è condannabile.
Ma mettere Mindanao sotto il dominio militare non può essere considerata un'azione giustificata né proporzionata in relazione alle circostanze. Mettere l'intera isola sotto l'autorità di noti violatori dei diritti umani come il generale Eduardo Año e le Forze Armate delle Filippine, servirà solo ad aumentare le violazioni e gli abusi contro donne, bambini, attivisti politici, leader indigeni e difensori dei diritti umani.
"Migrante Europe è unita con il popolo di Marawi e Mindanao nel condannare i terroristi come il gruppo Maute e nell'aspirazione ad una pace giusta e duratura in tutto il paese. Invitiamo i filippini, le organizzazioni dei migranti, gli amici e gli alleati ad unirsi a noi nel nostro appello al presidente Duterte a ritirare la sua sospensione dello habeas corpus e abolire la sua dichiarazione di legge marziale a Mindanao ", ha concluso padre Herbert.
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